Un volume bilingue: «Aforismul în Italia / L'aforisma in Italia»

È uscito il volume bilingue Aforismul în Italia – Antologia Premiului “Torino in Sintesi” / L’aforisma in Italia – Antologia dal Premio “Torino in Sintesi” (Focus, Petrosani 2011), a cura di Fabrizio Caramagna, con la prefazione di Valeriu Butulescu e la postfazione di Anna Antolisei, Presidente del Premio “Torino in Sintesi”. La traduzione è di Simone Enache. Nel libro compaiono gli autori che fanno parte della giuria e del comitato fondatore del Premio “Torino in Sintesi” (Maria Luisa Spaziani, Alberto Casiraghy, Sandro Montalto, Donato Di Poce, Roberto Bertoldo) e gli autori vincitori e menzionati per le opere edite nelle due edizioni 2008 (Marcella Tarozzi, Rinaldo Caddeo, Antonio Castronuovo, Roberto Morpurgo) e 2010 (Mauro Parrini, Mario Postizzi, Silvana Baroni, Fabrizio Caramagna). Ce lo presenta Valeriu Butulescu:

 

L'essenza dell'oro

Nel duro confronto con la letteratura commerciale e di intrattenimento (largamente preferita dalle case editrici che non beneficiano di sovvenzioni e quindi obbligate a vivere esclusivamente delle vendite) l’aforisma contemporaneo rifiuta di arrendersi e lotta per la sopravvivenza. L’epoca aurea del pensiero d’oro non è ancora finita e non sarà mai finita. Ci sarà sempre un nucleo (minore ma ben delineato) di “canne che pensano”, capaci di vibrare, sinceramente, davanti a una frase breve, elegante, sottile ed intelligente. Ma, nel mercato dei libri, gli aforismi, per quanto brillanti, non potranno mai competere, in termine di vendite, con il romanzo poliziesco o con la prosa erotica o con il saggio di psicologia. L’assioma di sopra spiega l’apatia degli editori verso l’aforisma, in un periodo nel quale la cultura sta diventando sempre più mercantile e il business ha sempre l’ultima parola. Alcuni critici non accettano nemmeno l'esistenza dell’aforisma, disturbati da questa ostentata economia di parole. Al contrario, sono molto generosi con la logorrea interminabile di alcuni prosatori che riempiono migliaia di pagine con le loro storie. L’aforisma italiano non si sottrae a queste implacabili leggi. Spinto verso la periferia dell’interesse letterario, ha dovuto imparare a sopravvivere sia con la reticenza della critica specialistica, sia con la mancanza di entusiasmo degli editori.
Un evento nuovo, catalizzante per la rivitalizzazione del genere, è costituito dal Premio Internazionale per l’aforisma "Torino in Sintesi” istituito dall’Associazione Culturale "Il Mondo delle Idee”. Il Presidente dell'Associazione, Anna Antolisei afferma che lo scopo principale del premio "è quello di mettere in luce le opere più valide che il mondodell’aforisma italiano sa produrre; di accendere un potente riflettore su di un genere di scrittura nel nostro Paese troppo trascurato..."
La presente antologia vuole essere un tassello nella storia (breve ma ricca di eventi) del Premio, presentando una selezione di aforismi scritti dai fondatori e dai più importanti partecipanti a questo concorso letterario. Troveremo stili e approcci diversi, dall’ironia caustica/sarcastica fino al più elevato lirismo. Il fattore che accomuna tutte queste espressioni folgoranti, rimane comunque la sintesi espressiva.
Maria Luisa Spaziani, la signora dell’aforisma italiano, così scrive suggestivamente: "La chiarezza dovrebbe essere la cortesia dei profeti”. E siccome ogni autore è un profeta, sento il bisogno di aggiungere che la concisione dovrebbe essere un atto di cortesia da parte degli scrittori. Penso che il futuro letterario appartenga al genere breve. Il nostro tempo di permanenza sulla terra è troppo corto per riuscire a leggere tutti i capolavori letterari, e l’accesso alla grande biblioteca del mondo dall'aldilà è una questione improbabile. L’espressione lapidaria, che non è da intendere come esibizionismo, è piuttosto rispetto per il tempo vitale del lettore, una valida risposta alla logorrea incontrollabile di alcuni autori. La matematica, che non è altro che il linguaggio in cui è scritto il Libro della Natura, come ci dice Galileo Galilei in uno dei suoi aforismi, diventa condizione necessaria e sufficiente della letteratura. Qualsiasi parola di troppo destabilizza l'edificio letterario. Paradossalmente, tutto quello che è eccessivo, aumenta la povertà. Il diluvio di parole mi sembra più terribile del diluvio biblico. La profondità e la concisione vanno di pari passo. Anche se, Alberto Casiraghy spiega che "Le emozioni forti/ non sapranno mai i piaceri/ della superficialità", la concisione ha origine dall’Olimpo, essendo l'aforisma lo stile letterario prediletto dalla divinità. Dio ha dato luce all’Universo con due parole e Mosè è tornato dal Monte Horeb con dieci aforismi. Il linguaggio della Provvidenza non può essere pletorico: "La voce di dio resta la più forte perché l’inarrestabile voce del silenzio” (Sandro Montalto). Per Donato Di Poce, l’aforisma è poesia in miniatura. Lui pensa che il bisogno di esteriorizzazione lirica caratterizzi tutto il mondo vivente, non solo l’uomo: "Anche gli alberi in primavera/ scrivono poesie/ e gli stupidi pensano che siano fiori”. Roberto Bertoldo propende per un aforisma umoristico, ironizzando con garbo su leggi morali vecchie e obsolete: "Non rubare la donna d’altri, prendila solo in prestito”. Nell’aforisma, il paradosso è di casa, perché la massima pura si può costruire solo con un minimo di parole. Solo in questo modo non le viene a mancare l’espressività e la ricchezza di significati, così come ribadisce anche Marcella Tarozzi: "Pur essendo un universo in miniatura, il bello sa essere espansivo”. Il severo rigore di questo genere letterario si riferisce soprattutto alla brevità dell’espressione. La condensazione a volte crea delle ricette alchemiche: l'essenzialità dell'oro decantato dalla scoria delle parole. L’autore di aforismi crede nella forma canonica della frase memorabile. Così Antonio Castronuovo: "Temeva l’aforisma che superava la seconda riga". L’ironia raffinata continua ad essere un modo sicuro per un effetto garantito, soprattutto se la si coltiva insieme all’autoironia. Rinaldo Caddeo non esita a dichiarare la sua sconfitta nel confronto con il progresso tecnologico del mondo virtuale: "Intorno a me i computer hanno più memoria, io sempre meno”. La sua brillante massima ha un seme spirituale, al quale si deve arrivare, distruggendo prima la parte superficiale, vale a dire, il suo involucro verbale. Così come sarcasticamente osserva Roberto Morpurgo: "Un buon aforisma è una ciambella sapientemente traforata. Si mangia la periferia: si gusta il Centro". Una visione scettica, non priva di un certo sarcasmo incontriamo in Mauro Parrini: "Un buon aforisma nasce soltanto da un mondo in rovina: è un'Apocalisse provocata con un colpo di spillo”. L’eterna antitesi maschio/femmina viene trattata con un humour totale, senza diritto alla replica da Mario Postizzi: "Per la donna il tempo diventa un problema estetico; per l'uomo, idraulico". In un mondo fondato sulla comunicazione, interconnessa con il limite superiore delle barriere tecnologiche, la parola tende a diventare onnipotente. Silvana Baroni crede nella tirannia delle parole, quando ci propone una nuova norma morale e giuridica: “Si dovrebbe parlare solo in presenza di un dizionario”. L’aforista lotta contro le parole di troppo, vuole condensare il senso puro di un’idea in un’espressione minima. Siamo tentati a credere che esso tenda verso l’abolizione totale delle parole. Un’interessante analogia fra poeta e aforista viene resa da Fabrizio Caramagna: "Il poeta sogna di far giungere la parola a un livello tale di perfezione da fargli perdere per sempre il suo senso. L'aforista sogna di far giungere il senso a un livello tale di perfezione da fargli perdere per sempre la parola".
Profondo, complesso, allusivo, con svariati significati, sarcastico ed originale, questo florilegio aforistico è stato minuziosamente coltivato nella lingua romena da Simona Enache, traduttore riconosciuto dal Ministero della Cultura in ambito filosofico e religioso. Il presente libro rappresenta un primo ponte di conoscenza attraverso il quale i lettori romeni possono entrare in contatto con il fascino e la ricchezza dell’aforisma contemporaneo italiano.


Valeriu Butulescu
(n. 1, dicembre 2011, anno I)


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