L’arte di Laurian Popa nel segno del gestualismo

Laurian Popa è nato nel 1980 ad Arad, dove vive e lavora. Ha studiato pittura alla Facoltà d’Arte di Timişoara, con il prof. Constantin Flondor, ed ha un master e un dottorato di ricerca in arti visive. Membro dell’Unione degli Artisti Plastici della Romania, ha partecipato a numerose mostre collettive in Romania in varie capitali europee: Parigi, Madrid, Berlino, Kiev e Budapest. Tra le sue principali mostre personali, segnaliamo: Very colorful e Very colorful 2 (Mansarda e Delta Gallery, Timişoara e Arad, 2004-2005); Superstar (Centro Culturale Tedesco di Timişoara, 2006); No Name (Debrecen, Ungheria, 2007); Esperimento Sintetico G (Teatro Municipale di Arad, 2009); Notes between clouds and traces (0302020 Contemporary art Space, Bucarest, 2011); Black Sky (D'ancona Budis Art Gallery di Bucarest, 2011). In occasione di quest’ultima mostra, la casa editrice Mirador ha pubblicato la monografia: LAURIAN paintings (2008 - 2011), con prefazioni di Ileana Pintilie, Călin Lucaci e Claudio Scorretti.

In Italia, Laurian Popa ha avuto una mostra personale nel 2012 – Spazi chiusi – alla Galleria d'arte contemporanea Machina di Rieti. In questa mostra ha affrontato un passaggio decisivo e delicato nella vita di ogni artista: il confronto psichico (lo stress creativo) con la sovra-esposizione/saturazione dei modelli e dei colori di riferimento. Per meglio attrezzarsi a questo incontro/scontro, ha introdotto la geometria come elemento razionale e similitudine tra la modernità, aperta e tridimensionale, della consolle 3D, e lo spazio, chiuso ed antico, della stanza, dello scaffale, della scatola teatrale.


Pittura con accessori                        

La mostra più recente di Laurian Popa, curata da Claudio Scorretti e aperta tra dicembre e gennaio scorsi al Museo dell’Arte di Arad, ha fatto conoscere nello spazio pubblico romeno il suo interesse per la pittura figurativa, conservando però il gestualismo come mezzo di espressione vicino alla sua zona di ricerca visuale e anche al suo temperamento. Intitolata provocatoriamente Spazi e oggetti per nulla, la mostra ha avuto, da parte dell’artista, un’attenta preparazione scenografica, insinuando stati come la disgregazione, la scomposizione e, alla fine, l’assenza dell’umano dai dipinti. Il mondo familiare, degli spazi e degli oggetti che ci circondano, si ritrova all’improvviso abbandonato e devastato, rovinato, come una reliquia antropologica, scoperta dopo che la polvere si è depositata ovunque. Lo spazio chiuso, come quello di una scena o di una camera oscura, appare quasi in ciascun lavoro, ricreando un quadro simile per più dipinti.
Approfittando del tono grave, dell’enigma delle immagini teatrali – narrative e allo stesso tempo ellittiche, che presentano solo frammenti da assemblare mentalmente, suggeriti dai suoi dipinti, Laurian Popa induce uno stato di contemplazione malinconica, di partecipazione affettiva, che domina la percezione. Dietro queste strategie destinate a catturare l'attenzione dello spettatore, a sensibilizzarlo attraverso l’immersione in un universo perturbato, l’artista sta infatti sviluppando le proprie risorse di esplorazione visiva, ora arricchite dall’assunzione della tridimensionalità. Recuperato come stimolo nevrotico, in grado di provocare sia eccitazione che smarrimento, il kitsch va a piccoli passi come quelli dei tre nani di gesso, modelli-esercizi per i dipinti, oppure delle maschere di un cane, realizzate con lo stesso materiale. Il piumino «d'oro», come oggetto reale, fonte d’ispirazione per un dipinto dallo stesso titolo, si unisce ad altre forme prodotte dall'artista o semplicemente oggetti rinvenuti (frammenti di olle e la corona di una stufa), che entrano tutte nelle sue opere arricchendo l'esperienza visiva e il modo di rapportarsi dello spettatore a tutta questa diversità, a volte sconcertante.
Se nella precedente serie di lavori, Laurian Popa era interessato alla pittura astratta-gestuale, ora il gestualismo si è mantenuto come scrittura nervosa, che moltiplica l'angoscia tematica, tradotta visivamente dai colori sgocciolati, segni e macchie che riconfigurano l’insieme con toni e vibrazioni supplementari. La franchezza della concezione pittorica della precedente serie intitolata Nori (Nuvole), è ormai abbandonata a favore di una costruzione narrativa e sensoriale molto più elaborata, al passo con la tendenza figurativa ultimamente tanto di moda. Tuttavia l'arte di Laurian Popa mostra un reale potenziale visivo, da sfruttare anche in futuro, la capacità di inventiva e di suggestione che ipnotizza lo spettatore desideroso di partecipare attivamente ad una suggestione narrativa appena abbozzata per continuarla da solo. La sua mobilità intellettuale e la versatilità dei mezzi pittorici e plastici lo collocano in prima linea di una generazione di giovani artisti meno conosciuti nella capitale, ma degna di considerazione.

Ileana Pintilie
A cura e traduzione di Afrodita Cionchin




Il mio miglior amico Piumino d’oro

 

Maschera di cane Parete




(n. 7-8, luglio- agosto 2015, anno V)