Petre Solomon e Paul Celan: l’amicizia tra due poeti diventa un film

L’amicizia è un sentimento che nasce dall’incontro tra due o più persone che percepiscono una comunanza di interessi, di affetti e di passioni e che perseguono i medesimi ideali e valori. Nell’immaginario condiviso l’amicizia è considerata come un rapporto duale improntato a una speciale elettività che è data da una particolare risonanza emotiva. L’esperienza della poesia insegna che questo rapporto si complica ogni volta che, al di là dell’identificazione, interviene, nella comunicazione tra amici, un «terzo» che crea discontinuità, pluralità e possibili pieghe in altre direzioni di significato. Questo «terzo», che apre ai soggetti umani la dimensione simbolica, consegna gli amici al destino delle parole che, una volta proferite, li impegna di persona. In effetti, senza questo «terzo» che si interpone nella comunicazione, l’amicizia si consuma, si inaridisce e rischia di morire. Mentre, invece, quando ha luogo la parola, il sentimento dell’amicizia avviene, si manifesta, e attua la partecipazione dei contraenti allo scambio dialogico che permea di sé tutto l’evento.

Il film di Alexandru Solomon, Duo pentru Paoloncel şi Petronom,che è stato ripresentato a Bucarest in occasione del Festival del film documentario DocuArt Fest 2012, e che si può ancora oggi vedere sulla Rete, descrive mirabilmente le tappe più salienti dell’amicizia di suo padre, Petre Solomon e di Paul Celan, avvenuta nella capitale romena tra il 1946 e il 1947. Il film ripercorre la storia dell’amicizia di due autentici poeti, una storia che non si è esaurita nell’intersoggettività immaginaria, perché l’essere stesso della loro amicizia è stato un qualcosa che ha assunto le sembianze di un contrappunto musicale che ha consentito alla poesia di non rinchiudersi mai in se stessa. Gli attori hanno interpretato magistralmente il ruolo dei due poeti. Il bisogno della parola sprizzava dagli sguardi. E la parola diveniva progressivamente domanda, risposta, poesia condivisa. L’Immaginario e il Simbolico sono stati inestricabilmente legati l’uno all’altro attraverso il dialogo ininterrotto dell’amicizia.
In tal senso, come si vede bene nel film, Paul Celan e Petre Solomon non hanno partecipato a una sostanza comune oggettivamente misurabile, ma hanno condiviso nell’amicizia un qualcosa di altro, un qualcosa di puramente esistenziale, un niente di indicibile segreto che riguarda fondamentalmente l’oggetto impalpabile della poesia. Tangoul Morţii racchiude in sé la cifra e il mistero di quest’inevitabile incontro.

Alexandru Solomon, al di là di ogni evidenza o di ogni certezza documentaria – restituita, tra l’altro, attraverso l’allestimento di una sapiente cornice storico-culturale – è riuscito a dare una testimonianza della cruciale esperienza bucarestina di Celan e di suo padre, serbando la traccia opaca del segreto dell’amicizia. Celan e Solomon hanno condiviso nell’amicizia un qualcosa che è dell’ordine dell’evento insperato, un qualcosa di inatteso, che non si lascia prevedere, che non si può riprodurre e che non è neppure effetto di una causa vera e propria.
In altre parole, gli amici poeti non hanno condiviso qualcosa di concreto o di oggettivabile, ma essi stessi sono stati testimoni di un qualcosa che è reale e irreale insieme, che non è ulteriormente definibile, ma che si è posto, per entrambi, in maniera del tutto singolare e per molti versi sconvolgente. I due amici hanno partecipato a un qualcosa di puramente esistenziale che riguarda l’esperienza di un niente di indicibile segreto. Hanno fatto parte di un’impossibilità divenuta effettivamente reale. Ciò riguarda essenzialmente l’oggetto impalpabile della poesia e della sua possibilità di essere tradotta in una lingua che non è mai identica a sé. Da questo punto di vista, il segreto della poesia è un evento che si libera della mera oggettività, e contraddice, con il suo solo fatto di esistere, le condizioni stesse dell’esperienza, esulando così dai canoni del buon senso comune. Quest’evento si manifesta senza che lo si costituisca, senza che lo si autorizzi. Avviene di sua sola iniziativa. Alla lunga si potrebbe trovargli un senso, e anche un destino, e persino farsi informare dal senso che si imporrà più tardi. Ma l’evento poetico in sé si manifesta a sua discrezione, va dove vuole, quando vuole e a chi vuole. In questa esperienza pura della poesia i due amici, somiglianti nel cuore, si incontrano in una reciproca donazione che li annulla come tali nella parola, cancellando, per un attimo, i tratti nostalgici e melanconici della loro presunta o effettiva lontananza.
Questo evento, siglato da Celan e da Solomon con una stretta di mano, in romeno si dice dor.


Giovanni Rotiroti
(n. 12, dicembre 2012, anno II)