Giovanni Boccaccio celebrato a Bucarest, nel settimo centenario della nascita

Per gli italianisti e per gli studiosi del Medioevo letterario il 2013 è stato un anno del tutto speciale: l’anno in cui si sono celebrati i 700 anni dalla nascita dello scrittore italiano Giovanni Boccaccio (1313-1375), il cui capolavoro, il Decameron, si trova alla base della prosa europea moderna. A questo importante evento si sono dedicati in tutto il mondo convegni letterari, tavole rotonde, presentazioni di libri, mostre bibliografiche, spettacoli teatrali e cinematografici ecc. Bucarest è una delle capitali europee in cui il settimo centenario della nascita di Boccaccio ha avuto la sua eco.

L’evento accademico: il convegno «Boccaccio in Europa»

Per dare rilievo anche in Romania a questo evento culturale celebrato in Europa e soprattutto in Italia, l’Università di Bucarest, tramite il Centro per gli Studi Medievali, un centro di ricerca che a partire dal 2006 ha ospitato numerosi convegni e dibattiti con rinomati medievisti, il 6 dicembre 2013 ha organizzato il convegno internazionale Boccaccio in Europa. 700 anni dalla nascita dell’autore del «Decameron». L’evento è stato organizzato in collaborazione e con l’ampia partecipazione del Dipartimento di Linguistica Romanza, Lingue e Letterature Iberoromanze e Italiano dell’Università di Bucarest, nonché con il generoso sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura «Vito Grasso».
A questa manifestazione di alto livello accademico, accanto a filologi e storici romeni hanno partecipato docenti provenienti da prestigiose università europee. L’ateneo bucarestino è stato onorato di ospitare le conferenze plenarie della professoressa Lucia Battaglia Ricci (Università di Pisa), uno dei più eruditi e originali studiosi dell’opera di Boccaccio, la quale ha fatto una rassegna delle più recenti prospettive sul Decameron, nonché del professor Guido Baldassarri (Università di Padova), rinomato specialista di letteratura rinascimentale, il quale ha discusso le influenze dantesche e petrarchesche nell’Amorosa visione. Nel corso delle quattro sessioni si sono dibattute l’influenza di Boccaccio su altre culture, la sua ricezione e diffusione, la rielaborazione di temi, modelli stilistici e narrativi, le traduzioni dell’opera. L’insigne italianista romena Doina Condrea Derer (Università di Bucarest) ha evidenziato la presenza di Boccaccio sulle pagini della stampa interbellica romena; la professoressa Luminiţa Beiu-Paladi (Università di Stoccolma), amica e collaboratrice del collettivo di italianistica di Bucarest, ha discusso la ricezione svedese dell’opera boccacciana; la professoressa Mihaela Irimia (Università di Bucarest), erudita e dinamica ricercatrice, ha presentato l’eredità culturale di Boccaccio nella letteratura inglese. Notevole il contributo dei membri del Dipartimento di Francese: la professoressa Luminiţa Ciuchindel (Università di Bucarest), autrice di originali contributi sulla letteratura rinascimentale francese, ha discusso l’innovazione del modello boccacciano nell’Heptaméron di Margherita di Navarra; la professoressa Mihaela Voicu (Università di Bucarest), riverita studiosa della letteratura arturiana, ha affrontato il tema delle presenze arturiane nel Decameron; la medievista Luminiţa Diaconu (Università di Bucarest) ha parlato del tema boccacciano degli amori puniti nelle vidas occitanes e nella prosa rinascimentale francese.
Alcuni dei partecipanti si sono concentrati sull’esegesi del testo boccacciano: così il professor Nuccio Ordine (Università della Calabria), esperto di letteratura del Rinascimento e noto brunista, che ha affrontato il tema della tolleranza religiosa in Boccaccio; la distinta italianista Smaranda Elian (Università di Bucarest), autrice di una relazione sull’antifemminismo di Boccaccio; la professoressa Eleonora Cărcăleanu (Università di Jassy), con un contributo sul ciclo botticelliano di Nastagio degli Onesti; Monica Fekete, ricercatrice attivissima e docente presso l’Università di Cluj, con una relazione sul tema del giardino in Boccaccio.
Non sono mancati i contributi di traduttologia: la professoressa Aurora Firţa (Università di Bucarest) ha trattato con acribia le traduzioni del Decameron di Alexandru Marcu ed Eta Boeriu, mentre l’autrice di queste righe si è concentrata sulle traduzioni romene ottocentesche della medesima opera. La professoressa Oana Boşca-Mălin (Università di Bucarest) ha presentato il controverso fenomeno delle riscritture moderne del Decameron. Va menzionata la rigorosa analisi del modello sintattico boccacciano nella scrittura di Pietro Bembo svolta dalla linguista Anamaria Gebăilă (Università di Bucarest). A tutto ciò si aggiunge la prospettiva storica della professoressa Şarolta Solcan (Università di Bucarest) sulle pandemie del Trecento.
Il convegno, il quale ha rappresentato la prima manifestazione di questo genere dedicata a Boccaccio dall’Università di Bucarest, è stato un’occasione di dialogo tra gli specialisti e un’iniziativa volta a stimolare gli studi dedicati all’opera di Boccaccio in Romania.

L’evento editoriale: la traduzione del «Corbaccio»

Oggi il lettore romeno ha accesso al Decameron grazie alle traduzioni di Alexandru Marcu e soprattutto di Eta Boeriu e alle opere cosiddette minori grazie al contributo di Ştefan Crudu. A partire dal 2013, si può leggere per la prima volta in traduzione romena una delle opere più controverse dell’autore italiano, indebitata alla ricca tradizione della satira misogina: il Corbaccio/Cloncanul, pubblicato in edizione bilingue nella collana «Biblioteca italiană», ospitata dalla prestigiosa casa editrice Humanitas. L’autrice della traduzione è la professoressa Smaranda Bratu Elian, promotrice infaticabile della cultura italiana in Romania e coordinatrice, insieme al professor Nuccio Ordine, della suddetta collana che nel 2008 è stata insignita del Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali d’Italia.
Questo volume si è trovato al centro di due eventi indirizzati a un pubblico più ampio, che comprende non solo gli specialisti di cultura italiana, ma anche gli appassionati della letteratura e della lettura in genere. Il primo è stato la presentazione del libro, ospitata il 5 dicembre 2013 dall’Istituto Italiano di Cultura «Vito Grasso». In presenza del direttore dell’Istituto, il dottor Ezio Peraro, e di un numeroso pubblico, si è svolto un dibattito al quale hanno partecipato il professor Guido Baldassarri, l’autore dello studio introduttivo del volume, il professor Nuccio Ordine, Vlad Russo, il redattore della collana e la traduttrice stessa. Si è affrontata una serie di argomenti, dalla questione della ricezione del Corbaccio, del suo posto nell’opera di Boccaccio e nella cultura medievale fino ai problemi di traduzione e alle scelte lessicali. La tavola rotonda è stata seguita dalla proiezione del film Il Decameron diretto da Pier Paolo Pasolini (1971), presentato al pubblico dall’italianista Oana Boşca-Mălin, docente presso l’Università di Bucarest.
Il 12 dicembre, la serie delle manifestazioni aventi al centro la figura di Boccaccio si è conclusa con una «Serata italiana» ospitata dalla Libreria Kretzulescu. Gestite e organizzate integralmente dagli studenti italianisti dell’Università di Bucarest coordinati dai loro professori, le «Serate italiane» si svolgono ormai da qualche anno e consistono in un dibattito che prende lo spunto dal libro di un autore italiano e al quale sono invitate a partecipare personalità del mondo accademico, teatrale, politico, artistico ecc. L’ultima serata ha avuto come tema di dibattito il femminismo e l’antifemminismo e come invitati la professoressa Smaranda Elian e l’antropologo Vintilă Mihăilescu. A partire dal Corbaccio, con la partecipazione del pubblico che ha rivolto le sue domande agli invitati,si è discusso vivacemente del fascino e della paura della femminilità e della lunga storia della misoginia, nonché delle poche voci a difesa della donna.
La pubblicazione del Corbaccio nell’espressiva traduzione della professoressa Elian contribuirà senz’altro ad allargare e a completare le conoscenze che il lettore romeno ha dell’opera di Boccaccio ed è un importante passo avanti nella diffusione di questo autore nel nostro Paese.

Gli eventi organizzati a Bucarest per celebrare Giovanni Boccaccio segnano l’interesse degli specialisti romeni per l’opera del grande classico italiano, che ha ricevuto così anche in Romania il dovuto omaggio.


Corina Anton
(n. 1, gennaio 2014, anno IV)